Chiudendo gli occhi mi vedo seduto ad un tavolo stringendo penne di sangue, sto scrivendo un nuovo capitolo del libro in cui titolo ricorder� la mia vita chiamando il mio nome sar� lo specchio di ogni scelta che ho fatto, e di ogni mia decisione pagine bianche si apriranno, e solo io potrò leggerle per correggere c'ho che da solo continuo a sorreggere, il peso di una vita che mi ha cresciuto di cui i miei figli apprenderanno c'ho che ho visto, e tutto c'ho che ho vissuto, minuto dopo minuto, racconter� di chi ha nuotato in un mare di sputo e ne è uscito pulito sar� un libro proibito, che narra di chi seguiva l'eccesso un solitario in cui io al banco ed il giocatore me stesso
Uh, Accusato di paure immaginarie, testimone marginale, ho visto cose che voi umani non potreste immaginare, sorseggio calici pieni di tristezza, e piango occhi come lacrime di incredibile compattezza, ho gi� vissuto il passato da voi chiamato futuro, tra qualche secolo, ho visto il cielo spalancarsi e tracciarsi nell'oscuro, un ponte d'ombre sospeso come il fiato pochi sono al sicuro, perchè avr� il diritto di attraversarlo solo chi ha un cuore puro, ma chi gli infami otterranno di esser salvi, recitando a mani giunte salmi, per nascondere il destino marchiato sui palmi, non potendolo più attraversare il bene dovr� diventare male come l'acqua di un fiume per continuare deve diventare mare
A volte mi sento come se la mia fantasia fosse in lutto, ogni ideale distrutto e di brutto, e che negli occhi ho lo sguardo di chi a 20 anni ha visto tutto, ma perdendo una lacrima butto a terra questo senso corrotto, una volta un uomo mi ha chiesto da dove vengo, nato in mezzo alla merda ma ogni fiore ha le radici nel fango, e nel fango i miei ricordi verranno trovati, conservati, per chi percorre sentieri sbagliati, vorrei ricordare ciò che oramai ho dimenticato, vorrei dimenticare ciò che da quel giorno non ho più scordato, ma ora che vivo il passato il futuro e l'ignoto, a me restano soltanto ricordi per il mio album di foto.
Giorni diventano stagioni, svarioni bruciano altri neuroni, intanto tu esci l� fuori e prendi lezioni, sclero se è vero che il tempo è un film in technicolor allora io zero, che resto in bianco-nero, prigioniero di una foto con sfondo il vuoto ma il gioco ha un significato mascherato come Naoto, chi non lo trova nel mentre si arrende, si spenge da solo la gente, guardando il cielo di notte vede una stella cadente, io cerco di colpire al plesso il mio falso riflesso, prima che lui esca dallo specchio: a un passo dal collasso, sta solo a me decidere, ma io degenere vivo per vivere: domani cosa può succedere