Sacre Scuole - Tempo Critico Songtexte

Featuring DJ Zak

Chiudendo gli occhi mi vedo seduto ad un tavolo stringendo penne di sangue, sto scrivendo un nuovo capitolo del libro in cui titolo ricorder� la mia vita chiamando il mio nome sar� lo specchio di ogni scelta che ho fatto, e di ogni mia decisione pagine bianche si apriranno, e solo io potrò leggerle per correggere c'ho che da solo continuo a sorreggere, il peso di una vita che mi ha cresciuto di cui i miei figli apprenderanno c'ho che ho visto, e tutto c'ho che ho vissuto, minuto dopo minuto, racconter� di chi ha nuotato in un mare di sputo e ne è uscito pulito sar� un libro proibito, che narra di chi seguiva l'eccesso un solitario in cui io al banco ed il giocatore me stesso

Uso il microfono come il bastone un rabdomante, memorie da qualche parte in terre morte la sorgente, ho la mente solcata d'impronte, vorrei calcarle nuovamente ma sono svanite nel presente, guardo attraverso me stesso trapassato da una ferita la vita fuma una siga infinita traccia futuri a matita, sconfiggi un uomo per essere un uomo nel senso della sfida, oppure avrai perso: missione fallita, un occhio e mezzo più un terzo e rivedo cosa ho vissuto, battuto ma non sto muto, e mi alzerò ogni volta che sarò caduto, e questo perché è stato sconfitto anch'io di fatto ora scappo da flashback contundenti che mi hanno trafitto





Uh, Accusato di paure immaginarie, testimone marginale, ho visto cose che voi umani non potreste immaginare, sorseggio calici pieni di tristezza, e piango occhi come lacrime di incredibile compattezza, ho gi� vissuto il passato da voi chiamato futuro, tra qualche secolo, ho visto il cielo spalancarsi e tracciarsi nell'oscuro, un ponte d'ombre sospeso come il fiato pochi sono al sicuro, perchè avr� il diritto di attraversarlo solo chi ha un cuore puro, ma chi gli infami otterranno di esser salvi, recitando a mani giunte salmi, per nascondere il destino marchiato sui palmi, non potendolo più attraversare il bene dovr� diventare male come l'acqua di un fiume per continuare deve diventare mare

A volte mi sento come se la mia fantasia fosse in lutto, ogni ideale distrutto e di brutto, e che negli occhi ho lo sguardo di chi a 20 anni ha visto tutto, ma perdendo una lacrima butto a terra questo senso corrotto, una volta un uomo mi ha chiesto da dove vengo, nato in mezzo alla merda ma ogni fiore ha le radici nel fango, e nel fango i miei ricordi verranno trovati, conservati, per chi percorre sentieri sbagliati, vorrei ricordare ciò che oramai ho dimenticato, vorrei dimenticare ciò che da quel giorno non ho più scordato, ma ora che vivo il passato il futuro e l'ignoto, a me restano soltanto ricordi per il mio album di foto.





Giorni diventano stagioni, svarioni bruciano altri neuroni, intanto tu esci l� fuori e prendi lezioni, sclero se è vero che il tempo è un film in technicolor allora io zero, che resto in bianco-nero, prigioniero di una foto con sfondo il vuoto ma il gioco ha un significato mascherato come Naoto, chi non lo trova nel mentre si arrende, si spenge da solo la gente, guardando il cielo di notte vede una stella cadente, io cerco di colpire al plesso il mio falso riflesso, prima che lui esca dallo specchio: a un passo dal collasso, sta solo a me decidere, ma io degenere vivo per vivere: domani cosa può succedere



Hanno rilevato più volte il mio decesso in epoche di cui non ho il possesso, poiché ciò che è successo non mi ha concesso che un riflesso di ciò che ho visto, assisto a me stesso ginuflesso ai pie di di cristo ma solo
adesso capisco, non esisto se non rubo al presente tempo da vivere come un padre che sul letto di morte insegna al figlio a ridere '¦'¦ mia madre la mia famiglia, a volte mi chiedo se avrebbe avuto il coraggio di abbandonare una figlia, non sbatto ciglia finché avrò ricordi imprigionati nelle pupille avrò nella penna lacrime che il passato mi ha rovesciato sulla pelle trascinandomi sulle braci piango non guardarmi e taci neanche una donna cancella le cicatrici solcate dalla via crucis, anche se il vento sfogliandomi i capelli scrive di dimenticare come al sole che nel tramonto sdraia i raggi per diventare mare
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